«Imprese, è il momento di mettervi insieme» L'amministratore della Cassa Depositi e Prestiti Varazzani e Gotti Tedeschi sugli interventi a sostegno «Non siamo un bancomat e non diamo soldi a fondo perduto».
A Massimo Varazzani, amministratore Delegato della Cassa Depositi e Prestiti, non difetta la franchezza. Venendo a Piacenza, ospite di Confindustria insieme al presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi (consigliere della Cassa) per parlare di sostegni alle piccole e medie imprese, non apre facili spiragli nell'accesso al credito.
Ma ha una raccomandazione forte da affidare alle imprese: «Mettetevi insieme» puntando a dimensioni più compatibili con il mercato. E' la condizione culturale indispensabile per non affogare nella tempesta. E, par di capire, anche per accedere più facilmente a risorse.
Troppo spesso gli investimenti alle piccole e medie imprese non funzionano e vanno in porto solo una o due su dieci richieste presentate, mette in guardia l'amministratore. Insomma, a buon intenditor, poche parole.
Configurata come agenzia di Stato, il campo d'azione della Cassa - che ha 160 anni di vita e origini piemontesi - sono i grandi finanziamenti pubblici con mutui spalmati su decenni, mentre i privati devono comunque rivolgersi alle banche anche se Varazzani ha più volte sottolineato come i vantaggi della liquidità garantita alle banche debbano andare alle imprese.
Le attese sono forti in tempi di vacche magre, da qui nasce un'occasione di colloquio con questo istituto voluto dal presidente di Confindustria, Sergio Giglio e realizzato grazie alla collaborazione dell'onorevole Tommaso Foti. Il parterre era quello delle grandi occasioni.
E alla platea industriale, Varazzani ha ricordato come la Cassa abbia il grande asset di prestare denaro a tassi bassi e su tempi lunghissimi, senza spinte speculative, denaro raccolto dal risparmio postale, qui molto lodato e difeso («è il nostro petrolio»), e grazie ai 25 milioni di italiani che gli danno fiducia: «Per me il pensionato che risparmia 100 euro tutti i mesi vale di più di chi ha un milione al mese» enuncia fieramente Varazzani.
La Cassa ha 115 miliardi di euro di liquidità e 200 miliardi di raccolta. Un'enormità. Finanzia per metà le grandi opere infrastrutturali, ma i progetti buoni che arrivano in fase istruttoria non sono poi tanti, anzi.
Ben vengano i (grandi) progetti di social housing, in cui l'Italia è molto arretrata rispetto ad Olanda e Francia, per affitti compresi tra i 300 e i 500 euro mensili, bene anche le possibilità recentemente codificate per le quali il demanio può cedere ai comuni aree a metà del valore, ma poi occorre mettere il tutto a profitto con intervento di privati.
Infine Varazzani ha fornito qualche cifra sui mutui a enti locali per opere cantierabili: 149 milioni di euro lo scorso anno in Emilia Romagna, contro i 142 dell'anno precedente.
E' stato Gotti Tedeschi, nell'introdurre il ruolo della Cassa, a sottolineare il carattere più privatistitico assunto dal 2002 dalla Cassa stessa, che oggi può rispondere «a nuovi bisogni» in un contesto dove si sta operando per lo sgonfiamento del debito, dove le banche intermediano meno soldi, quindi anche il finanziamento all'economia reale è contenuto e le imprese per recuperare costi «fanno efficienza», vale a dire tagliano sui posti di lavoro. La Cassa Spa può operare investendo in infrastrutture e in social housing, con partecipazione a fondi e ha una cifra a disposizione sul triennio 2009-2011 di ben 50 miliardi, ha ricordato Gotti Tedeschi. L'aspetto innovativo consiste nella possibilità di finanziare attraverso la raccolta postale anche soggetti privati, a condizione che si tratti di interventi di interesse generale, condotti o promossi da soggetti pubblici, con adeguato merito di credito e sostenibili a livello economico-finanziario.
Si può quindi agire su infrastrutture e operazioni a sostegno dell'economia senza incidere sul bilancio pubblico o per il sostegno alle piccole e medie imprese attraverso la concessione di provvista al sistema bancario vincolata a tale scopo. O anche con fondi di private equity specializzati in infrastrutture, partenariato pubblico-privato e appunto social housing. E i contatti scattati dopo l'incontro pubblico con Gotti Tedeschi e Varazzani fanno pensare che l'interesse sia davvero forte sul nostro territorio.
Libertà del 16/03/2010
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