Errani incontra i pendolari. Ma qualcuno protesta.....
Pendolari punto e a capo. Disservizi, ritardi, treni soppressi, carrozze ridotte. L'incontro col presidente della Regione uscente Vasco Errani ha sollevato un nervo da sempre scoperto. Da qualche mese - ha detto il sindaco Roberto Reggi - le cose sono precipitate e per arrivare a Milano è sempre più un'impresa. Ma non va meglio sulla tratta verso Bologna. Così non va. Il punto di logoramento è tale che il Comune, in caso partissero denunce verso Trenitalia, le sosterrà.
Intorno al tavolo oltre al presidente Vasco Errani anche l'assessore regionale ai trasporti Alfredo Peri e Cesare Sgarzi dell'Agenzia trasporti pubblici dell'Emilia Romagna, il presidente della provincia Gianluigi Boiardi con l'assessore Patrizia Calza. Dall'altra parte del tavolo diversi esponenti dell'associazione pendolari: la presidente Marinella Chiodaroli, Ettore Bensi, Gino Acerbi, Franco e Mauro Trespidi.
Si aspettavano soluzioni concrete i pendolari. In pratica l'applicazione dei contenuti del contratto di servizio (lo sigla la Regione con Trenitalia) che invece, hanno rilevato, «viene puntualmente disatteso». (omissis) "Il nostro problema è quello di evitare troppi ritardi che si ripercuotono negativamente sul nostro lavoro e sullo stipendio".
Nell'incontro il sindaco Roberto Reggi, che si è schierato a fianco dell'associazione dei pendolari, ha chiesto che la Regione progetti il prossimo futuro. Dietro l'angolo - ha detto - il 2008 quando entrerà in funzione l'alta velocità e si libereranno molte tracce che potranno essere utilizzate per incrementare il trasporto di persone. Ma con quali mezzi? La Regione, utilizzando le multe comminate a Trenitalia per il non rispetto del contratto di servizio, ha acquistato quattro treni. Serviranno per costruire una metropolitana leggera di superficie quando i treni veloci saranno dirottati sulla Tav. Ma i tempi sono lontani. Si parla di consegne tra il 2007 e il 2008. (omissis) Nella prospettiva - è stato detto dagli esponenti regionali - occorre riprendere il dialogo, difficile, con Lombardia e Piemonte perché la mobilità ferroviaria sia sempre più di sistema.
La protesta : Perché il Sindaco non interviene a favore di noi poveri pendolari? di RINO CERRUTI, pendolare
Sono un pendolare, da circa 15 anni abito al PEEP della Farnesiana e quotidianamente mi reco in quel di Milano per la mia attività di insegnante di materie tecniche presso un Istituto Professionale. Tutte le mattine prima c'è il giornale, poi il bus della linea 2 ed infine il treno per Porta Garibaldi. (omissis) La seconda questione mi coinvolge direttamente come pendolare e qui mi rivolgo al sindaco Reggi nella sua veste di autorità comunale, Il Sindaco conoscerà bene la situazione disastrosa in cui versa la linea ferroviaria Piacenza - Milano. Treni sporchi, freddi, strapieni, sempre in ritardo, insomma siamo ad un punto di insopportabilità ambientale e non certo per colpa dei pendolari, che di pazienza già ne hanno messa tanta. Quindi mi sarei aspettato che entrassero in azione, in difesa dei diritti dei pendolari, le Autorità competenti per far ragionare Trenitalia, ma non ho notato nulla di concreto al riguardo, certo tante parole, riunioni, promesse ed è finita li. Allora vorrei ricordare al Sindaco Reggi che quel libretto che mi ha spedito in campagna elettorale nel Maggio 2002 titolava: “Le prime dieci cose importanti che farò da Sindaco di Piacenza”, al tema recitava:" Aiuterò i pendolari, sono uno di loro... Mi batterò perché la tratta Piacenza - Milano diventi comoda come una metropolitana... E' il primo impegno che voglio affrontare da Sindaco... Se non saranno sufficienti i miei poteri, verrò con voi anche sui binari. Sono passati circa tre anni da quelle promesse elettorali, la Piacenza - Milano a noi pendolari è da anni che ci crea gravi disagi, negli ultimi tempi addirittura si sono aggravati e il Sindaco Reggi lo sa bene, ma non dico che non l'ho mai visto sui binari a condurre con noi la protesta, ma nemmeno è riuscito a fare qualcosa per migliorare la situazione. Signor Sindaco in quel libretto lei si prese un bell'impegno. Però è rimasto sulla carta perché allora raccontare bugie, fare promesse e poi una volta preso lo "scranno", la memoria si affievolisce e il pensiero va alle prossime elezioni. Però su di me non ci conti più.
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