Comitati e associazioni chiedono più partecipazione sulle scelte urbane. «Manca un disegno generale»
Non è un decalogo di città vivibile, ma gli assomiglia:
1) gli interessi privati a costruire vengono dopo quelli collettivi a vivere in una città bella e salubre e non esistono diritti acquisiti a cementificare se ciò contrasta con l'interesse pubblico;
2) vanno evitati spreco di territorio e colate di cemento non giustificati da reale pressione abitativa o produttiva;
3) lo spazio urbano è di tutti e occorre un «vero coinvolgimento» sulle decisioni importanti per la città;
4) il piano regolatore non può essere applicato «acriticamente».
Questi, in sintesi, i desideri di comitati di cittadini e di associazioni ambientaliste discussi ieri al Centro studi della Cassa, assenti - tanti lo hanno rimarcato - gli amministratori (giustificato IgnazioBrambati, assessore ai Lavori Pubblici). Unico amministratore in pectore, il candidato del centrosinistra per la presidenza della Provincia, Gianluigi Boiardi («il metodo partecipativo c'è e va difeso» dirà).
L'avanzata di 40 cantieri in città, un incremento dell'uso del suolo da 17milioni di mq nell'80 ai 32 dell'attuale pianificazione, i rischi di veder cancellato il verde urbano e agricolo, la controversa soluzione di costruire meno sull'area ex Acna in centro storico ma di trasferire dietro la Besurica una forte quota di residenza per “compensare” il medesimo proprietario sono i grandi temi toccati dai partecipanti, che rifiutano la targhetta di «contestatori», spiega l'architetto Marina Foletti (Forum Urbanistica partecipata, organizzatore dei lavori). Anche perché molti sono politicamente vicini all'attuale amministrazione. L'allarme è grande. Domenico Ferrari, presidente Fai, parla di un «boom speculativo peggiore che nel Dopoguerra e immotivato».
L'architetto Marcello Spigaroli insiste sulla istituzione di un gruppo di lavoro per l'urban design, duro l'avvocato Umberto Fantigrossi, che smonta qualunque «diritto acquisito» dei privati a costruire, incentivando il ricorso a vincoli ed espropri e preannunciando ricorsi al giudice in caso di diritti alla salute negati da eccessi edificatori, in una città già avvelenata dall'inquinamento, mentre un «deluso» Carlo Marini (Parco Mura) chiede impegni chiari alla giunta prima delle elezioni e non esclude un referendum magari contro il piano “ex Acna”.
Sul piatto della discussione tanti disagi: il soffocamento da traffico di via Borghetto (Gustavo Conni, comitato via Borghetto); l'eccesso di previsione residenziale in 12mila appartamenti (Giancarlo Prati, comitato Unicem); il no alla Besurica-bis (Alessandro Ponticelli, comitato Besurica); la scarsa qualità di interventi senza garanzie dall'ente pubblico (Francesco Ferrari, Residenti del centro storico); la strenua difesa del verde aggredito (Silvana Basini, comitato via Raffalda-via Cella e Giorgio Papa, comitato via Cella e via Campesio); la qualità urbana messa in forte sofferenza (Laura Silvotti, Forum); la denuncia sui continui attentati al verde intorno alla Tangenziale (Dario Maramotti, Otp-Gea); la voglia di partecipazione autentica (Emilio Politi, Forum).
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