di Tommaso Foti
Leggo tra il serio e il faceto che nei piani alti del Palazzo comunale si ritiene, secondo quanto scritto ieri da “Libertà”, che sarei io l'ispiratore di interrogazioni parlamentari presentate a Bruxelles riguardanti la trattativa privata, con la quale è stata affidata la gestione della prosa dal Comune di Piacenza. A prescindere che sarebbe sufficiente un controllo via internet per accertare che al Parlamento Europeo non risultano presentate interrogazioni in tal senso, sicché sarei l'ispiratore di un bel niente, bastava che mi si interpellasse - la qual cosa non è accaduta, nonostante fossi facilmente reperibile - per evitare di dare grancassa ad una dietrologia da strapazzo. In ordine all'affidamento delle stagioni di prosa del Teatro Municipale ebbi con chiarezza ad affermare, nella seduta del 14 aprile 2003 del Consiglio comunale: «L'articolo 27 del Decreto Legislativo 157, comma 4, prevede che ad appalto concluso il verbale della gara debba essere comunicato, a sua richiesta, alla Commissione Europea. Dato che la Commissione Europea non li può conoscere tutti, gli esposti alla Commissione Europea sulle violazioni di legge che ci sono in questo bando li faccio io, perché voglio far aprire una procedura di infrazione su questo bando; perché voi state violando anche le regole comunitarie». Nell'ottobre del 2003 inviavo al Segretariato Generale della Commissione Europea un esposto nel quale evidenziavo come la disposizione di legge, in ragione della quale era stato disposta la trattativa privata per l'affidamento del servizio di prosa, non consentisse il sistema di gara seguito dal Comune di Piacenza. In data 4 maggio 2004 il Servizio Politica degli appalti pubblici della Commissione Europea mi informava che nella riunione n. 1644 del 3 febbraio 2004 la Commissione stessa aveva deciso di inviare alla Repubblica Italiana una lettera di costituzione in mora, atteso che la procedura seguita dal Comune di Piacenza nell'affidamento del servizio di prosa, violava la Direttiva 92/50/CE, nonché gli articoli 43 e 49 del Trattato CE. Non ho provveduto in quell'occasione a dare pubblica notizia della questione perché, essendo a ridosso della campagna elettorale delle provinciali, non volevo strumentalizzare politicamente la vicenda. Né l'avrei fatto oggi, atteso che le procedure relative a eventuali infrazioni della normativa europea non necessitano di commenti di natura politica, se non fosse perché inopinatamente sono stato rappresentato come suggeritore di interrogazioni mai presentate, anziché correttamente come il firmatario dell'esposto che qui interessa. Aggiungo di non aver mai avuto bisogno di dover utilizzare come ispiratore terzi, avendo sempre avuto la capacità, il coraggio, l'intelligenza per assumere in prima persona le responsabilità derivanti dalle azioni amministrative, penali o civili promosse. (guro) Comprensibile la polemica di Foti contro la «dietrologia da strapazzo». Frutto, eventualmente, di errati convincimenti «ai piani alti del Palazzo» e non addebitabile al giornale che si è limitato a riportare un parere di fonte giudicata autorevole. Quanto ai rimproveri sui mancati controlli, ne facciamo tesoro certi di poter contare per il futuro, in casi analoghi, sulla collaborazione di Foti.
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