Frecciata anche ai parroci scesi in campo a favore della coalizione avversaria
Punto e capo. Chiusi gli apparentamenti e prima che inizi il rush finale verso il ballottaggio, per Dario Squeri, portacolori del centrodestra, il dato politicamente forte, in questa fase, è uno solo: «Io sono riuscito a compattare tutto il centrodestra attraverso l'apparentamento con Rosarita Mannina, mentre il centrosinistra dimostra la sua divisione interna non apparentandosi con D'Amo e rivelando una grandissima debolezza» ripete.
Una scelta, quella di Reggi, che Squeri giudica come il frutto di una visione «ormai sostanzialmente monopolistica, a livello politico, della città, dove Reggi vuol governare da solo, persino senza i compagni legati alla sinistra storica».
E l'accusa è particolarmente forte, ma non nuova: «Si vuol mettere le mani sulla città in modo esclusivo, in una logica di vera e propria onnipotenza. A Piacenza si sta creando una confederazione di potere, tra la sinistra di Reggi, le cooperative rosse e alcuni industriali ben definiti in termini di persone e aziende, e questa "confederazione", anche rispetto alle aree militari, vuole una città non per tutti ma per pochi e per fare business».
Da qui, un appello di Squeri lanciato all'ex candidato sindaco Maurizio Sesenna, al mondo ambientalista, alla componente di sinistra, «a chi ha a cuore una città che non sia nelle mani della speculazione edilizia» per mettere in campo una grande «solidarietà trasversale» che unisca l'esperienza dello stesso Squeri, il suo programma e le sensibilità di questi gruppi che rappresentano «la vera società civile piacentina».
E oltre a Sesenna, cita Domenico Ferrari, la gente del Forum, Stefano Pareti, Gianni D'amo, Sandro Miglioli. «Le modalità di un accordo trasversale si potranno trovare e definire cammin facendo - riprende il candidato del centrodestra - oggi ci sono due città a confronto, quella di Reggi e quella solidale e aperta di Squeri».
Una tirata di giacca, o sarebbe meglio dire di "tonaca", da ultimo, anche per parte del mondo cattolico piacentino. «Ci sono componenti che, credo, non hanno capito come oggi non si giochi solo una scelta tra Squeri e Reggi, con amarezza constato che molti parroci sono scesi in campo per il centrosinistra, al di là del correttissimo appello del vescovo. Mi spiace che questo pezzo di mondo cattolico non abbia compreso che sono in gioco valori fondamentali su cui costruire la società».
Condivise, nel merito, le dichiarazioni dell'ex leader della Cisl Savino Pezzotta: «Simili alle mie di due anni fa proprio sul disagio di stare in un centrosinistra che non ha più i valori nella tradizione cattolica liberale». Libertà del 4 giugno 2007
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