Industria e ambiente possono andare a braccetto? Domanda delicata, ma la legge oggi dice di sì. Dice che l'impresa deve applicare le migliori tecniche disponibili sul mercato per ridurre l'impatto su acqua, aria e terra. Dice che gli effetti del possibile inquinamento si valutano tutti insieme e non separatamente (ciò ai fini dell'autorizzazione ad operare). Dice che, d'ora in poi, deve aumentare l'accesso alle informazioni e la partecipazione dei cittadini nella procedura di autorizzazione stessa (la cosiddetta direttiva Ippc). Entro l'ottobre 2007 anche settantadue imprese locali sono tenute ad attuare il nuovo percorso che punta a ridurre l'impatto ambientale, controllandolo in un clima di collaborazione e di estrema trasparenza amministrativa. Gli adempimenti legati alla nuova legge regionale 21 sono stati presentati all'Associazione Industriali nel corso di un convegno organizzato da Arpa, folto il parterre di imprese, a ragione dell'importanza di questo passo che impegna in modo sostanzioso chi lo compie (in termini di investimenti, di procedure amministrative etc.) e chi esercita i controlli. L'ottica, va detto, non è vessatoria, ma soprattutto improntata ad un percorso comune, tanto che Arpa sta predisponendo corsi di informazione per le aziende. Alla procedura, che discende da una direttiva europea del '96, recepita due anni dopo in Italia e applicata da oggi, sono interessati 4 impianti energetici, tra cui Edipower, 4 di trasformazione dei metalli, 5 di prodotti minerari, una industria chimica, 5 di gestione rifiuti, fra cui Tesa, e ben 53 di altri ambiti, specie zootecnici (in Emilia Romagna sono in tutto un migliaio le realtà coinvolte, 50mila in Europa).
Stretta collaborazione «Ben venga una stretta collaborazione con Arpa e la Provincia sui problemi ambientali, fra chi deve far rispettare le leggi e chi deve applicarle - ha esordito Giuseppe Parenti, presidente di Assoindustria - del resto, sempre di più le imprese sanno che lo sviluppo c'è solo se è sostenibile». Parenti ha insistito anche sulla necessità di contenere i costi per le imprese che «producono ricchezza indispensabile per operare poi sul sociale» e si misurano con una concorrenza spesso meno gravata di burocrazia. A volte, ha concluso Parenti citando, in via d'esempio, l'opportunità di scavare inerti dal fiume invece di alzarne gli argini, «sono le soluzioni più razionali che migliorano l'ambiente e aiutano lo sviluppo». «E' un percorso importante - ha sottolineato Gianluigi Boiardi, presidente della Provincia - una buona gestione dell'ambiente da parte di un imprenditore è un valore per tutto il territorio. I produttori di reddito e i produttori di servizi pubblici cercano insieme risultati non conflittuali, condivisi, per avere un mondo sostenibile ambientalmente ma favorendo nel contempo tutte le iniziative economiche che come società piacentina ci meritiamo». una questione di trasparenza. Sull'importanza della nuova “valutazione integrata” Ippc si è soffermato Edolo Minarelli, direttore generale di Arpa Emilia Romagna (mentre Eugenio Lanzi ha ben chiarito il ruolo Arpa nello sviluppo della normativa e dei controlli ed Alessandro Maria di Stefano dell'assessorato regionale all'ambiente ha documentato la normativa Ippc). «Va applicata con flessibilità, ed attualizzata» dice Minarelli. L'obiettivo? «Semplificare l'amministrazione dell'impatto ambientale e le normative da applicare. Da autorizzazioni settoriali, dagli scarichi idrici alle emissioni in atmosfera, ai rifiuti, ai campi elettromagnetici, all'acustica, alle vicinanze con i siti abitati, si passa ad una sola autorizzazione integrata. E per i nuovi impianti che necessitano di valutazione di impatto ambientale c'è una procedura unificata». «Avremo più trasparenza - garantisce l'esperto - i cittadini saranno più informati sull'attività dell'azienda e sul suo ciclo produttivo, potendo partecipare con osservazioni sul rilascio dell'autorizzazione che viene effettuato dalla Provincia, e si passerà attraverso lo sportello unico delle attività produttive». L'Emilia Romagna non è però una realtà «primitiva», s'è detto, sul tema ambientale lavora da tempo. non più “guardie e ladri” Anche i controlli Arpa cambieranno, da una visione di settore si passa ad una valutazione globale, con momenti di autocontrollo delle imprese e di vigilanza esterna anche straordinaria. «Ma si gioca meno a guardie e ladri, più sulla fiducia» sintetizza Minarelli. Certo, le imprese non si nascondono le difficoltà di applicazione. «E' un'opportunità per semplificare le procedure - elenca fra i vantaggi, dal fronte di Confindustria, Gianluca Rusconi -, la dialettica è fondamentale tra imprese e istituzioni, potremo anche riesaminare il processo produttivo sotto il profilo del risparmio, per esempio di materie prime, penso alle fonti energetiche». La cultura specifica delle imprese? «Ci sono esperienze che ci portiamo dietro, come petrolchimici e grandi impianti che negli Anni 70 hanno creato problemi, certo i piccoli imprenditori ancora non hanno la cultura di aziende più strutturate, ma da tempo anche per un piccolo o medio impianto certi aspetti legati a scarichi idrici e ai rifiuti vengono valutati, è il frutto dell'evoluzione della cultura in materia e delle leggi». un vestito su misura A Piacenza, dal primo censimento, pare che dovranno intraprendere la nuova procedura una settantina di imprese, conferma Sandro Fabbri, direttore di Arpa Piacenza, di cui un terzo del mondo zootecnico. «La norma avrà impatto non piccolo per la realtà piacentina, dovendo introdurre anche le nuove Bat, le migliori tecnologie disponibili sul mercato e le migliori procedure, il tutto comporta investimenti non piccoli». Il piano di monitoraggio prevede autocontrolli (ora avviene solo per qualche azienda), e Arpa dovrà verificare che questi siano corretti. La sfida più grande - è la voce concorde degli esperti - è che ci sia un rapporto consapevole prima di concedere autorizzazioni, considerando tutti gli interessi e le soluzioni migliori, non si va a cercare subito il reato, la sanzione. Si analizzano insieme all'azienda soluzioni personalizzate, un “vestito” ecologico su misura. Patrizia Soffientini patrizia.soffientini@liberta.it
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