Parenti racconta una provincia che regge.
Si sente un gran bisogno di etica nei mesi in cui l'economia raccoglie i cocci della crisi finanziaria e le Borse tremano di fronte a Stati insolventi. Si sente pure un gran bisogno di non caricare infiniti debiti sulle spalle di figli e nipoti perché i debiti sono pericolosi come la guerra, come una pestilenza, enuncia serio Giuseppe Parenti, commissario camerale.
Allora si riparte, gioco forza, dal lavoro, dal sudore, viene da pensare. Meno economia di carta, più sostanza. Servono azioni rapide però.
Serve una spinta con tutta la forza possibile al sistema Piacenza che "regge" meglio di altri, con meno disoccupazione, ma come gli altri stenta a ripartire.
Centro storico vivo, un presidio del gusto a Le Mose, infrastrutture viarie come il passante sud, parcheggi, impianti per produrre energia da fonti rinnovabili, progetti di finanza: qui il territorio, le istituzioni sono chiamate a far quadrato, ma anche a semplificare le regole, ad annullare l'inefficienza che «brucia posti di lavoro» e specialmente si abbatte sulle fasce più deboli. Il lavoro va creato agendo «con innovazione e semplificazione».
E di questa filosofia si è nutrita la giornata dedicata all'annuale rapporto camerale che è stato presentato ieri a palazzo Gotico di fronte al gotha del mondo imprenditoriale e produttivo piacentino, con ospite d'eccezione Luigi Roth, presidente di Terna Spa.
Parenti chiede di stringere il dialogo con le istituzioni, di pensare alle fasce più fragili e al loro inserimento, chiede di accelerare su pratiche e progetti. E a chi si preoccupa dell'ambiente, il commissario camerale riconosce motivazioni sacrosante, ma nella convinzione che «tutto quello che non è proibito si può fare», mettendo da parte le interpretazioni restrittive e limitanti. Così l'energia, a Piacenza c'è acqua per produrre almeno 50 megawatt, perché frenare l'utilizzo di un bene naturale?
Per il resto, l'excursus di Parenti si regge su una messe di dati che raccontano una Piacenza capace di far fronte ai venti peggiori, con un primo semestre 2009 in cui c'è una certa tenuta e un secondo che vede il crollo del lavoro in termini di cassa integrazione.
Una provincia con l'11,6 per cento di stranieri, il tasso più alto in regione («attratti anche dalla logistica» argomenta il commissario), con incremento di chi cerca occupazione (+13 per cento), ma tassi di disoccupazione bassissimi (2,1 per cento rispetto al 7,8 italiano).
La cassa integrazione ordinaria però per primi due mesi di quest'anno ha avuto un incremento del 98 per cento, diminuendo a marzo, mentre al straordinaria (preludio della mobilità) è cresciuta quasi del 300 per cento, annidandosi per la prima volta anche nei servizi (757mila ore nel primo trimestre di quest'anno).
Il Pil piacentino contribuisce per il 6,2 per cento a quello regionale, pro-capite pesa per 30mila e 209 euro, appena meno di Parma e Reggio, e il reddito si attesa a 21mila e 874 euro, contro i 18 mila euro in Italia e i 22mila regionali. Non male.
Piacenza si conferma città capace di grandi risparmi, mentre non va benissimo il rapporto fra sofferenze e impieghi. Contiamo 37 fallimenti lo scorso anno contro i 34 del precedente e i 25 del 2007. Sono 10 nel primo trimestre dell'anno in corso. Speriamo non debbano moltiplicarsi.
Patrizia Soffientini LIBERTA' del giorno 08/05/2010
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