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60° dell'Associazione Industriali di Piacenza

Le parole “chiave” si assomigliano sempre: innovazione, ricerca, l'importanza di far squadra. Ieri però, al sessantesimo dell'Associazione Industriali, hanno risuonato con un'urgenza e una forza nuove, che si spiegano anche con la sensazione condivisa di essere ad una svolta epocale, da non vivere con pessimismo, ma piuttosto con gli occhi bene aperti, affinando lo spirito di «sacrificio e la fantasia» come ha detto qualcuno.
Una folta assemblea di industriali, amministratori, sindacalisti hanno partecipato all'incontro al Collegio Alberoni che è stato tante cose insieme: una festa di compleanno per il sodalizio economico, un passaggio di testimone, dalla presidenza durata sei anni di Giuseppe Parenti a quella di Sergio Giglio, e una celebrazione - in un momento tra i più duri - della vitalità delle imprese, con premi alle veterane dell'associazionismo.
Parenti si congeda gettando uno sguardo dietro l'angolo: «Le previsioni sono moderatamente positive», ma i primi dati 2005 potrebbero portare anche preoccupazioni. Chiede di investire in infrastrutture e conoscenza, per le prime si rivolge al viceministro Ugo Martinat (Infrastrutture, Trasporti), che difende la Legge Obiettivo, gli appalti resi più fluidi e parla degli investimenti sull'asse padana. «Arriverà il ponte sul Po, costerà 147 milioni, è nel piano decennale Anas 2003-2012, a marzo si è approvato il progetto preliminare». Arriverà prima la Statale 45 nel tratto Perino-Cernusca («E' nel piano triennale 2004-2006 in via d'approvazione»). C'è solo da aspettare.
E sulla concretezza sembra puntare dritto il nuovo presidente, Sergio Giglio, dopo anni in cui «si è molto progettato e poco realizzato». Bene il gioco di squadra, le energia Piacenza le ha, le risorse pure «ma non devono essere scoraggiate». Piace ai sindacalisti il suo passaggio sul contributo degli immigrati, piace a tutti il richiamo all'orgoglio civico di lavorare per la città, ma anche alla capacità di osare e pensare in grande. C'è, tutto sommato, quel clima che nasce fra chi, sapendo di doversi tirar su le maniche, sa anche come sia importante aiutarsi a vicenda: imprenditori e lavoratori, pubblico e privato. O ci si salva insieme, o non si salva nessuno. Pierluigi Magnaschi, direttore dell'Ansa, dà anche qualche idea su come cominciare, anzitutto cambiando atteggiamento culturale, e per esempio con il riconoscere nelle imprese che agiscono nel rispetto delle regole e creano ricchezza un valore socialmente meritevole, forse il più meritevole, insieme all'urgenza di diffondere in Italia una cultura autenticamente aziendalista.



Il sistema Piacenza ce la farà.

L'assemblea di Assoindustria Piacenza ieri non ha solo rinnovato i vertici (con l'elezione del nuovo presidente, la nomina di ventitré membri del consiglio che verrà integrato da altrettanti capisezione, e che l'11 luglio eleggerà i quattro vice-presidenti).
Non solo adempimenti statutari, ma anche un'occasione importante per scambiarsi idee sul momento economico, da che si parla apertamente di declino industriale per il Paese.
Piacenza, nonostante tutto, sembra stia dando prova di cavarsela.
Per il sindaco Roberto Reggi: «Il sistema Paese sta attraversando difficoltà enormi che a livello locale si sentono un po' meno» grazie alla capacità dei nostri imprenditori di rinnovarsi.
Occorre lavorare insieme privati e istituzioni, il Piano Strategico va in questa direzione, ma le buone realizzazioni già si vedono: i laboratori per la meccanica e l'energia. Anche per il presidente della Provincia, Gian Luigi Boiardi, il «sistema Piacenza ce la fa, storicamente ha delle eccellenze imprenditoriali e sa rischiare nel momento giusto, e questo lo è per mettere su imprese perché il mondo cambia velocemente, ci sono più occasioni quando il mercato comincia a muoversi». Per l'imprenditore Emilio Bolzoni le parole magiche sono sempre le stesse «innovazione e internazionalizzazione, la disponibilità a cambiare». E' sbagliato difendere quello che si faceva fino a ieri. Sul locale cosa manca? «Le debolezze sono quelle classiche: infrastrutture, scarsa disponibilità di aree, e non c'è buona accoglienza per chi fa impresa». Un'eccezione è l'imprenditrice Paola Pagliosso, piemontese, che dal 2003 ha investito a Piacenza con una impresa di macchine utensili. «Non sono momenti facili, ma l'associazionismo in questi momenti è basilare, insieme si può trovare spinta e supporto essenziali. E' importante che le aziende rimangano unite, ed è importante investire in tecnologia». La ricetta di Gabriele Gasperini (Mcm) è racchiusa in due parole: «sacrificio e fantasia, il problema è che sul sacrificio abbiamo perso un po' l'abitudine. L'Italia in declino? Non direi, è sempre più difficile, ma non siamo così ko». Paolo Egalini, amministratore delegato della Mandelli Sistemi Spa, vede dal suo osservatorio una tendenza all'esportazione in continua crescita, segno effettivo del trasferimento di certe attività manifatturiere su altri mercati. «Preoccupa che vi siano segni di ripresa sul mercato europeo, ma l'Italia stia soffrendo più di altri. Piacenza si difende bene, ha la capacità di crearsi mercati di sbocco e reagiamo più prontamente di altre zone, come il Bresciano». Per l'imprenditore Giuseppe Colla è molto importante che nella mente dei piacentini si sviluppi ancora quella voglia di fare che abbiamo sempre avuto, la fantasia di innovare. «Espansione dei prodotti e sviluppo di tecnologie» sono le leve fondamentali, come pure le infrastrutture. Diversa l'analisi di Gianni Copelli, segretario provinciale della Cgil, per il quale la situazione italiana avrà ripercussioni pesanti anche nella nostra provincia. «Serve un lavoro concertato comune, cooperativo, per limitare i danni e pensare in avanti». Copelli non condivide le sottolineature di Parenti sull'esempio positivo del sindacato tedesco e sui «privilegi acquisiti» dal nostro sindacato. «I lavoratori hanno già dato» commenta. Sandro Busca, segretario provinciale Cisl, ritiene importanti «strategia, tempestività e risorse, dopo che si sono perse opportunità importanti». L'industria non ha innovato in «processi e prodotto» e oggi è in crisi. Adesso tutti devono mettersi in discussione.




pubblicazione: 07/06/2005

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 :.  ECONOMIA Piacenza
 :..  Industria



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