La prima, forse non a caso, è stata Anna Wintour, regina di Vogue e icona indiscussa di tutto ciò che è chic. E’ stata immortalata agli Us Open di New York mentre parlava al microfono di un datato cellulare flip-flop, uno di quelli che hanno segnato l’era delle telefonia mobile tra la fine degli anni Novanta e i primissimi Duemila. Uno di quei telefoni con lo sportellino che sono stati completamente seppelliti dall’avvento degli «smart-phone». Il fatto che un pezzo da museo delle telecomunicazioni ultra-moderne fosse senza colpo ferire maneggiato da Wintour ad un evento di fatto ufficiale qualcosa voleva dire. Ed infatti nelle settimane a seguire a fare compagnia alla regine di Vogue sono state altre celebrità, come Rihanna a Scarlett Johansson, o Kate Bekinsale. E così, uno strumento di elettronica archiviato come «arcaico», rinasce nella veste «vintage», e pertanto torna di moda.



Di recente, la star senza tempo Iggy Pop ha rivelato al New York Magazine di avere ancora un vecchio cellulare chiamato «Rugby» perchè «lo puoi gettare a terra quante volte vuoi senza romperlo». Ma non si tratta solo di un appannaggio delle «celebrity», visto che tra gli amanti dello «sportellino» ci sono anche il sindaco di New York, Bill de Blasio, e il senatore dello Stato dell’Impero, Chuck Schumer. C’è chi lo fa per vezzo, chi, come de Blasio, perché vuole apparire «più vicino al popolo» (tradotto populista), anche se al giorno d’oggi uno «smart-phone» non se lo nega proprio nessuno. E chi come Schumer per non essere assediato dalle email 24 ore su 24. Ma la maggior parte di loro, tuttavia, sposa la linea «vintage» in fatto di telefonia per semplici motivi di privacy. I vecchi cellulari, infatti, sono molto meno tracciabili degli «smart-phone», e star come Rihanna e Scarlett Johansson, vittime degli hacker che hanno ripetutamente rubato e pubblicato le loro foto, hanno sicuramente una buona ragione per usare un telefono di vecchia generazione. Anche perché la «old generation» dei telefonini rende il lavoro più complicato persino agli occhi più o meno discreti del «Grande Fratello».